Roma, 14 novembre 2022 – Il payback sui dispositivi medici è legge con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 26 ottobre. Lo Stato riscuoterà in forma coatta e al lordo dell’IVA 2 miliardi di euro dai fornitori ospedalieri a causa dell’errata formulazione, da parte delle Regioni, delle gare d’appalto relative alle forniture di dispositivi medici alle aziende ospedaliere attraverso le centrali di committenza.
L’applicazione di tale normativa mette a rischio la sopravvivenza di decine di piccole e medie imprese che già oggi si trovano a combattere con aumenti di costi delle materie, rincari energetici e rivoluzioni del mercato dovute a post pandemia e guerra in Ucraina.
Molte imprese, già gravemente colpite da questi fattori, rischiano di non proseguire le proprie attività a partire da gennaio 2023, causando un parziale stop delle forniture ospedaliere quali strumentazioni, siringhe, garze e altro materiale di supporto al personale sanitario per la cura dei pazienti.
FIFO Sanità, Federazione Italiana Fornitori Ospedalieri in Sanità, come rappresentante delle pmi fornitrici di dispositivi medici, ribadisce con forza la propria posizione contraria a tale provvedimento, ritenendolo profondamente ingiusto e fortemente vessatorio nei confronti delle centinaia di aziende che contribuiscono al servizio sanitario pubblico e privato.
La Federazione ribadisce la necessità di un dialogo con le Istituzioni e con le forze politiche per evitare il tracollo di un settore già falcidiato in questi anni dall’emergenza pandemica.
“Dopo esserci confrontati in varie sedi sulla questione payback, speravamo in un passo indietro del Governo. E invece questa normativa va avanti senza tenere in considerazione la catastrofe economica e sanitaria che potrebbe generare. Ricorreremo in tutte le sedi giuridiche affinché le aziende non debbano pagare la scarsa capacità manageriale e di approvvigionamento delle Regioni per i dispositivi medici. Una follia che farebbe chiudere già a gennaio centinaia di pmi del settore, mettendo in mezzo alla strada migliaia di lavoratori. A questo, poi, si aggiungerebbero conseguenze gravissime per la sanità pubblica che si troverebbe con una forte penuria di attrezzature ospedaliere” – Massimo Riem, presidente FIFO Sanità.