In merito ai 19 ricorsi pilota presentati in materia di payback sui dispositivi medici, nella giornata di oggi, martedì 24 ottobre, si è riunito il Tribunale Amministrativo del Lazio per ascoltare le parti ricorrenti attraverso i propri legali.
L’udienza ha trattato esclusivamente questioni generali in merito ai provvedimenti amministrativi delle Autorità Centrali con particolare attenzione agli elementi di incostituzionalità e di contrarietà al diritto eurounitario.
L’udienza ha avuto esclusivamente carattere di ascolto delle parti ricorrenti da parte dei giudici del Tribunale Amministrativo, i quali si esprimeranno in termini relativamente brevi.
All’esito dell’udienza di oggi si profilano, da un punto di vista legale, due alternative:
- la prima porterebbe il TAR ad emettere una sentenza che decide nel merito i singoli ricorsi presentati da ogni azienda ricorrente;
- la seconda ipotesi prevede che il Tribunale Amministrativo rimetta alla Corte Costituzionale le questioni di illegittimità contenute nei ricorsi, sospendendo per l’effetto il giudizio pendente.
In quest’occasione è utile più che mai sottolineare come l’impegno delle aziende associate sia stato vitale per arrivare, in un tempo insolitamente breve per la giustizia amministrativa italiana, a discutere un tema di così ampia rilevanza. Da settembre 2022, mese in cui furono emessi i decreti attuativi della normativa, FIFO Sanità si è impegnata strenuamente al fianco delle aziende associate promuovendo una dura battaglia contro la legge sul payback sui dispositivi medici.
La Federazione, oggi, registra una fiduciosa sensibilità sul tema da parte della giustizia amministrativa, che non può e non deve essere tradotta banalmente in ottimismo, in una fase così complessa e delicata per tutto il settore.
Ciò nonostante, la scadenza del 31 ottobre per i termini di pagamento rimane una spada di Damocle incombente su tutto il comparto imprenditoriale, in particolar modo per le micro, piccole e medie imprese che rappresentiamo. Per questo motivo, in attesa di una pronuncia del TAR o della Corte Costituzionale e per garantire alle aziende una nuova, e solo momentanea, boccata d’ossigeno, FIFO auspica fortemente nell’intervento del Governo attraverso la proroga dell’attuale termine del 30 ottobre al 31 dicembre 2023.